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  MORTE DI GENTILE

Fu un assassinio

giovedì 1 febbraio 2007

Eg. Direttore, Gentile fu una delle massime personalità della cultura italiana della prima metà del novecento. Fu il padre della riforma della scuola, che dagli anni venti- trenta ha educato e istruito tante generazioni di ragazzi fino ai nostri giorni, perchè parte di questa riforma è ancora operativa. Fu, sbagliando un Fascista, non per questo però doveva essere ucciso così come è stato fatto. Peraltro Gentile non risulta si sia mai macchiato di alcun cromine se non quello di avere aderito alla repubblica di Salò. Ritengo dopo avere letto alcune lettere da Lei pubblicate sul Tirreno che l VENDETTA SOCIALE SIA DAVVERO DURA A MORIRE e in diversi si sono dati da fare a scrivere che quell’uccisione non fu un delitto ma una cosa ben fatta. Vorrei ricordare che nella nostra ben gradita democrazia per fortuna ogni opinione è protetta e accettata e sarebbe dovuto esserlo anche quando fu ucciso G. Gentile. Quello di G. Gentile non soltanto fu un delitto, peraltro pianificato ad alcuni capi partigiani fiorentini, ma senz’altro fu anche insensato visto che Gentile fu tutto meno che un criminale fascista. Secondo alcuni vostri lettori allora tutti coloro che in qualche maniera aderirono alla repubblica di Salò avrebbero dovuto essere uccisi? Per carità non riscopriamo oggi i delitti d’opinione, ci poterebbero verso un tunnel violento senza via di ritorno.

C’è poi da fare osservare a tutti coloro che in qualche maniera esaltano quell’uccisione e che magari lo rifarebbero anche oggi, che il Comunismo nel mondo ha fatto danni incalcolabili, ha prodotto violenze di ogni genere e grado, ma il proprio capo storico, Stalin, non morì ammazzato dal "pazzo" di turno, morì ubriaco su un divano della sua sontuosa abitazione moscovita.