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  LA FILOSOFIA DI HEGEL

lunedì 25 dicembre 2017

Il pensiero filosofico di Georg Wilhelm Friedrich Hegel rappresenta una delle linee di pensiero più profonde e complesse della tradizione occidentale. Partendo dal lavoro dei suoi predecessori nell’idealismo (Fichte e Schelling) e con influenze e suggestioni di altri sistemi di pensiero (come Immanuel Kant), sviluppò una filosofia innovativa, profonda e articolata. La sua visione storicista e idealista della realtà nel suo complesso ha rivoluzionato il pensiero europeo, gettando le basi della filosofia continentale e del marxismo successivi.

Hegel sviluppò un quadro teorico completo come non veniva sviluppato dall’epoca di Platone e Aristotele, un sistema(idealismo assoluto), studiando il rapporto tra mente e natura, soggetto e oggetto della conoscenza e della psicologia; e tenendo conto nella sua prospettiva dello stato, della storia, dell’arte, della religione e della filosofia. In particolare, ha sviluppato un concetto di mente o spirito, manifestatasi in una serie di contraddizioni e di opposizioni e, in ultima analisi, pervenendo ad una filosofia della totalità. Esempi di contraddizioni che vengono superate nel suo sistema filosofico sono quelle tra natura e libertà o tra immanenza e trascendenza. Le pagine che ricercano tali soluzioni sono spesso di una complessità tale da lasciare incerti sull’interpretazione più corretta.

Sugli scritti giovanili della Religione Hegel alla fine afferma che il Cristianesimo ha leso le vere ragioni di Gesù Cristo , applicando il Moseismo, che di fatto allontana le religione dall’uomo e dalla natura, ma la chiude nei dogmi della chiesa.

^ «Così Hegel produce una costante traduzione delle parole di Gesù in altrettante espressioni kantiane così come del filosofo di Koenigsberg tende a riproporre il tessuto concettuale e teoretico in merito alla dottrina dell’etica e della religione.» (in sito web filosofico.net). ^ «Hegel arriva ad attribuire a Gesù la stessa formulazione dell’imperativo categorico kantiano: "Agite secondo una massima tale che, ciò che voi volete che valga come legge universale fra gli uomini, valga anche per voi». ^ Plotino ed Hegel: la dialettica, movimento di pensiero ed essere. L’Assoluto di Hegel è l’Uno di Plotino in senso rovesciato. Hegel stesso noterà che come il sistema di Plotino conclude la filosofia greca, quello di Hegel conclude la filosofia moderna, affermando gli stessi concetti ma portandoli su un piano immanente, con un maggiore dettaglio e ad un livello massimo di consapevolezza. Mentre l’Uno di Plotino restava collocato su un piano mistico e trascendente, a partire dal quale generava il divenire e si disperdeva nella molteplicità senza una ragione apparente, l’Assoluto hegeliano entra lui stesso nel divenire per rendere ragione di sé. L’Uno viene identificato così con la molteplicità stessa, la quale attraverso successivi passaggi giunge alla fine a diventare consapevole di sé e a riconoscersi nell’Assoluto. La prospettiva plotiniana risulta dunque capovolta: in Plotino, la consapevolezza che l’Uno ha di sé è posta all’origine, e si affievolisce e si disperde. mentre con Hegel si arriva all’imperativo categorico di Kant: agire secondo una massima uguale per tutti gli uomini e te stesso.. Con Plotino si resta nel piano mistico, che si disperde via via senza apparenti ragioni. Mentre con Hegel, l’assoluto entra nel divenire per rendere ragione di se.