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  ERACLITO

mercoledì 22 novembre 2023

ERACLITO E IL PROPRIO PENSIERO

PILLOLE DI FILOSOFIA.

Eraclito, nacque ad fra fra il VI e V secolo a.C. Fu soprannominato l’oscuro per il fatto che segui il percorso dialettico del pensiero umano. Egli oltre a esprimere una dottrina filosofica, è sostenuto una forte personalità. Egli trasmette il proprio pensiero con un’opera dal titolo: " Intorno alla natura". Fu contemporaneo a Parmenide anche se non lo cita mai. Eraclito, aristocratico, dal carattere sdegnoso e dall’esistenza appartata, si scontra con la demagogia populista e denuncia che gran parte degli uomini sono incapaci di andare oltre le apparenze e di cogliere cos’è davvero il mondo e la legge che lo governa. Eraclito contrappone la verità della filosofia all’errore proprio della comune mentalità degli uomini. I più, rimanendo alla superficie delle cose, vivono come in un sogno illusorio, sono dei dormienti, anche se sembrano svegli, proprio perché non vanno oltre la doxa e sono incapaci di comprendere le autentiche leggi del mondo circostante. Ai dormienti, Eraclito contrappone i pochi, ovvero i filosofi, che riescono a essere davvero svegli, in quanto andando al di là dell’apparenza immediata delle cose ne colgono il nocciolo segreto. Ciò permette loro di comprendere come stanno oggettivamente le cose, in quanto vanno in profondità e sanno ascoltare il logos, la ragione, il vero pensiero, che corrisponde all’essenza della realtà. I filosofi posseggono quel sapere specifico che conduce alla verità (aletheia). Per questo motivo Eraclito si oppone recisamente ai tentativi dei suoi concittadini di trasformare la città di Efeso in una democrazia: conferire il potere alla maggioranza vorrebbe dire conferire il potere “a chi sta dormendo”. Quale verità annuncia il logos? La missione del filosofo è proprio quella di scoprirne la legge profonda, quella che governa sia il pensiero umano che la natura. Eraclito parte dall’osservazione che tanto il pensiero umano quanto i fenomeni naturali si svolgono nel tempo, e pertanto sono entrambi sottoposti al cambiamento e al divenire. Il logos stabilisce dunque che nessuna cosa possa mai rimanere identica a se stessa, per esempio “nello stesso fiume non è possibile scendere due volte”, perché da una volta all’altra è cambiato il fiume e “siamo cambiati noi”. Ogni cosa muta in continuazione, nulla persiste identico, “tutto scorre” (panta rei). Anche il pensiero si trasforma in continuazione, essendo basato sull’esperienza sensoriale mediante la quale avvertiamo, sia in noi che intorno a noi, continue variazioni. percorre dunque le vie del logos e con esso stabilisce anche come debba avvenire il cambiamento. Questo deve svolgersi attraverso il conflitto (polemos) di elementi tra di loro opposti. Per Eraclito l’armonia del mondo non risiede nella conciliazione dei contrari, nel raggiungimento di una “morta quiete”, ma nel mantenimento del conflitto. La vita è lotta e opposizione. Eraclito ritiene che se venisse meno il conflitto, come sperato da altri, verrebbe meno l’universo stesso, dal momento che il Polemos (la guerra, lo scontro) “Quindi in diversa opinione da Omero che nei suoi poemi auspicava la fine della discordia e da Anassimandro che indentificava la giustizia con il superamento dei contrasti e il ritorno nell’apeiron, per Eraclito la giustizia, la legge universale, il logos è da identificarsi con il conflitto stesso: “la giustizia è contesa e tutto accade secondo contesa e necessità”. Eraclito alla fine nella parte più originale del proprio pensiero ritiene sia un’illusione che un opposto possa esistere senza l’altro. La legge segreta del mondo è la stretta connessione dei contrari che, in quanto opposti, lottano fra loro, ma al contempo non possono stare l’uno senza l’altro, in quanto ognuno è in virtù dell’altro. Così, per esempio, la sazietà si definisce in opposizione alla fame, la salute in opposizione alla malattia, la giustizia in opposizione ai misfatti ecc. Al di là dell’apparente disordine di un cosmo in cui gli opposti sono in perpetuo scontro, vi è un’interiore razionalità dovuta al fatto che un opposto non può esistere senza l’altro. Eraclito è talmente persuaso della logicità dell’universo tanto da definire la legge dell’interdipendenza e inscindibilità degli opposti con il termine logos: ragione. Perciò, lo stesso conflitto non è da intendersi come contrapposizione assoluta, bensì come una relazione tra elementi apparentemente opposti, ma in realtà profondamente interconnessi, ovvero come l’unità degli opposti. Eraclito conclude il proprio pensiero identificando Dio con l’universo, inteso come unità di tutti i contrari, mutamento continuo e fuoco generatore. Il Dio che tutto comprende in sé ogni cosa è eterno. Perciò l’universo non è stato creato dagli Dei, Ma da un unico Dio. Infine non nega gli aspetti della esperienza ritenendola utile anche nel pensiero razionale , e con questo inizia di fatto il lungo percorso dell’empirismo nella storia della conoscenza.

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