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  FICHTE E I DISCORSI ALLA NAZIONE TEDESCA

domenica 31 marzo 2024

FICHTE E LA NASCITA DEL PANGERMANISMO

Nei Discorsi alla nazione tedesca scritti e pronunciati in pubblico nell’inverno tra il 1807 e il 1808, quando ancora i francesi occupavano la Prussia dopo le vittorie napoleoniche di Jena e Auerstädt, Fichte sembrò avanzare un progetto pedagogico teso al rinnovamento sia spirituale che materiale del popolo tedesco. Fra il 1807 e il 1808 Ficthe col suo discorso alla nazione annunciò un nuovo modello di educazione alla Nazione tedesca. Esso consisteva nel dare un compito al popolo tedesco, ritenuto l’unico tra tutti gli europei ad aver conservato intatte le sue caratteristiche nazionali originarie e naturali, ed inoltre la cui lingua era l’unica priva di barbarismi, e il cui Stato il solo dove la religione non avesse influito sulla politica. Questo non è avvenuto invece per l’Italia e la Francia dove la lingua, a causa delle dominazioni straniere, si è imbarbarita dando luogo a dialetti bastardi. Il popolo tedesco ha così conservato non solo la purezza della lingua ma anche quella del sangue e quindi della stirpe che li caratterizza come il popolo per eccellenza: lo stesso termine deutsch vuol dire infatti popolare o volgare, nel senso riferito al vulgus, il popolo appunto. Secondo il pensiero di Fichte qundi, ( Filosofo idealista del secolo 19° contemporaneo a Scelling e ad Hegel ) viene ricordata la peculiarià del Popolo tedesco di essere l’unico al mondo ad avere un fattore unificatore spirituale e materiale che li caratterizza come Stirpe, Nazione. La stessa storia culturale tedesca con le grandi figure di Lutero, Leibniz, Kant, dimostra la sua superiorità spirituale che ne fa una nazione eletta, a cui è stato affidato il compito di espandere la sua civiltà agli altri popoli. E guai se essa fallisse! Si legge FRA LE PAGINE della sua ultima lezione, dal titolo Conclusioni generali: «Perciò non c’è nessuna via di uscita: se sprofondate voi, sprofonda l’intera umanità, senza speranza di ripristinarsi in futuro». Il pensiero di Fichte come sappiamo sarà poi esaltato dalla corrente del pangermanismo, al quale fra l’altro si ricondusse Hitler. Però è pur vero che Fichte parlasse di primato culturale del popolo tedesco e non di quello militare e bellico. V’è da comprendere però come si potesse arrivare, soprattutto con quali mezzi, a questa affermazione del primato tedesco... Poi nel secolo 20° si è discusso assai sulla filosofia di Heidegger, ed anche di Nietzsche, vedendola anche portarice del pensiero nazista e niente di più sbagliato furono queste conclusioni. Heidegger fu un filosofo che visse gli anni del nazismo, come altri intellettuali dell’epoca , ma non ne fu affatto né ideatore né partecipe. Semmai faceva in quegli anni il professore e quindi cercava in qualche modo di mantenersi il posto per campare. Nietzsche poi , non fu affatto dentro alle ideologie naziste. Astianatte