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  PILLOLE DI FILOSOFIA K.POPPER

sabato 1 maggio 2021

PILLOLE DI FILOSOFIA: KARL POPPER Karl Popper nacque a Vienna nel 1902 . frequentò a Vienna L’università e cominciò la sua carriera scientifica come matematico, dedicandosi poi agli studi di Filosofia della Scienza. La sua opera fondamentale è " Logica della scoperta scientifica". Infatti dal 1946 al 1949 ha insegnato logica e metodo scientifico. Fa parte delle correnti positiviste del primo dopo guerra, verso le quali poi mosse critiche e correzioni dopo le leggi della relatività di Eistein . Fu aspramente critico nei confronti del Marxismo e sulle loro verità indiscutibili e assolute, mentre la dottrina scientifica di Eistein si presenta aperta a possibili smentite. Insomma riguardo alla scienza Popper, stabilisce le possibilità di affermazione delle sue leggi non limitandosi alle verifiche dettate dal metodo empirico, ma andando assai oltre, col metodo della confutazione e della falsificazione, fino a giungere ad una probabile affermazione di verità , ma mai in modo certo e assoluto, di ogni teoria scientifica . Così facendo fa crescere la credibilità della scienza e della sua affermazione. In sostanza Popper dubitava la verificabilità delle teorie scientifiche ammettendone soltanto la possibile falsificazione sperimentale. Popper manteneva salda la fiducia nelle teorie scientifiche e avvalorava la tesi di un sapere scientifico sempre più vicino alla realtà, la sua filosofia in questo era positivista, aperta però al confronto tra diverse teorie scientifiche. Se questo concetto di valutazione della scienza del Popper si traferisce in ambito Storico e Sociale, il suo Relativismo si comprende inquadri una chiara base di una filosofia di tipo liberal -democratico, a sostegno di una "società aperta " fondata sul pluralismo e i diritti dell’individuo , in netta opposizione ai totalitarismi politici e ideologici come quelli dettati Dal marxismo. Da ricordare che il progetto totalitario delle società chiuse trovava nello storicismo un potente alleato ideologico. A cominciare da Eraclito e Paltone, fino a giungere ad Hegel e Marx, dove lo storicismo non aveva fatto altro che accompagnarsi a posizioni politiche autoritarie e foriere di sofferenze e sventure per l’umanità. L’antitotaslitarismo di Popper da vita ad una dottrina della Democrazia, che è costitutiva di parti importanti delle sue opere. Insomma la Filosofia di Popper non si rivolge soltanto alla teoria conoscitiva scientifica, bensì ad una conoscenza generale. Riguardo alle Dottrine Epistemologiche il punto di partenza per Popper sta nella ricerca, di un criterio di Demarcazione fra scienza e non scienza, dove per demarcazione si intende il confine fra asserzioni scientifiche empiriche e le altre asserzioni. Insomma fa un distinzione netta fra discipline scientifiche e non. Poi ... vanno bene tutte. Tutte possono servire., ma bisogna saperle riconoscere e per questo serve un principio per farlo. Per questo torva una soluzione, l’assioma filosofico del neopositivismo: " una teoria è scientifica, nella misura in cui è verificabile nell’esperienza" Come si sa per Popper il " verificazionismo" è un mito, una utopia, perché per verificare una legge si devono avere presenti molti casi e ciò non è possibile e ci si ferma a pochi. Così Popper usa al posto della verifica sperimentale , quello della " falsificabilità ", che lui rintraccia nel pensiero di Eistein. Secondo questo principio della falsificabilità una teoria è scientifica quando può essere smentita dalla esperienza. Ossia quando i suoi enunciati stanno in conflitto con le osservazioni. Una teoria che non possa venire contraddetta da alcuna osservazione e che non vieti nessun accadimento, non ha contenuto empirico. Al contrario, più ricche sono le esperienze falsificanti, più ricco appare il contenuto empirico o scientifico. Insomma la superiorità epistemologica del principio di falsificabilità, che ammette il valore della smentita su quello della conferma, deriva secondo Popper dalla asimmetria logica f fra il concetto di Verifica e quello di Falsificazione, ossia dal fatto che miliardi di conferme non renderanno certa la giustezza di una teoria, mentre basta un solo fatto negativo per smentirla . Come dire: nessuna osservazione particolare di cigni bianchi sarà in grado di giustificare la validità della tesi generale che tutti i cigni sono bianchi; mentre basta l’osservazione di un cigno grigio, per smentirla. Questo significa che ciò che si coglie dalla esperienza non è la verità di una teoria , ma la falsità di una ipotesi. Come dire: la scienza non è il mondo delle verità certe, ma quello delle ipotesi che per il momento non si sono falsificate. Popper ritiene anche le teorie che al momento non possono essere verificate, ma solo eventualmente, falsificate, possano venire corroborate. Una ipotesi teorica è corroborata, quando ha superato il confronto con una esperienza falsificante. Insomma la corroborazione può fungere da criterio di scelta fra ipotesi rivali. Il criterio di falsificabilità è semplicemente la demarcazione fra le teorie scientifiche e le teorie non scientifiche. Riguardo alla Metafisica, poi il discorso di Popper è diverso da quello dei neopositivisti. Certo dice Popper, la Metafisica non essendo falsificabile, ( le sue asserzioni sono assolute)non è una scienza . Ma questo non giustifica , come vorrebbero i positivisti, che non abbia un senso. Infatti comprendiamo benissimo cosa i metafisici vogliono dire, anche se non disponiamo di strumenti per controllare la validità delle loro tesi. Poi ai Neopositivisti sfugge la serie di interconnessioni storiche, ma anche psicologiche, fra le teorie metafisiche e quelle scientifiche. Infatti, per la psicologia, la ricerca empirica, è impossibile senza la fede in idee metafisiche generali ( quella per es. dell’ordine dell’universo). analogamente per esempio, riguardo alla cosmologia, da Talete ad Eistein, sono state idee metafisiche da indicare la strada. Anzi , in taluni casi,idede che prima stazionavano nelle regioni della Metafisica , per esempio l’atomismo, poi si sono trasformate in scienza. Alla fine Popper se non riabilita la Metafisica , di certo la rimette in campo . Così come ritorna di attualità la concezione Hegeliana del Reale è Razionale e il Razionale è Reale. E soprattutto le annose ricerche di Kant per giustificare che il nostro pensiero non può che cogliere quello che abbiamo nella realtà, pur riconducendolo alla sua rivoluzione copernicana che è l’intelletto l’ente che organizza la realtà che vediamo e da ad essa un significato essenziale per la sua interpretazione , ricerche che intendeno non uscire dai canoni forse assai stretti anche per Kant, della analisi della materia senza uscirne mai . Il pensierio di Popper , ma anche le scoperte di Eistein riaprono il confronto? Vedremo. Da ricordare che le critiche più radicali al Neopositivismo, comunque sono state mosse da Filosofi della Scienza quali Tomas Kuhn e Paul Feyerabend, (già ricordato questo nelle " Pillole"), che hanno approfondito la dimensione teorica della conoscenza scientifica andando oltre alle ricerche dell’empirismo. ASTIANATTE