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  FILIPPO GIORDANO BRUNO

giovedì 20 maggio 2021

Pillole : LA STORIA TRISTE DI G. BRUNO Filippo Bruno nasce a Nola, una piccola città vicino Napoli, nel 1548 da una nobile famiglia campana. Sin da ragazzo dimostra una propensione allo studio e un’acutissima intelligenza. Intorno ai 15 anni, pare soprattutto per proseguire i suoi amati studi filosofici, più che per un vero e sincero interesse per la teologia, frequenta il chiostro dell’ordine dei domenicani a Napoli. Prendendo i voti, decide di mutare il suo nome in Giordano e diventa un grande esperto nell’arte mnemonica. .Il suo carattere irrequieto e insofferente ai dogmi e alle costrizioni lo porta a scontrarsi da subito con le autorità religiose: nel 1576 decide di abbandonare l’ordine e si trasferisce dapprima a Roma, poi a Nola, Savona, Torino, Padova fino ad approdare a Ginevra. Gli anni della maturità sono segnati da continui viaggi, peregrinazioni e fughe: sono gli anni della Controriforma, e le idee spregiudicate di Giordano mal si accordano con l’imperante ortodossia religiosa. Fa poi altri viaggi in Europa e dopo una breve permanenza a Parigi, si trasferisce in Inghilterra, insegna ad Oxford, per poi riprendere la via di Parigi, dove entra in conflitto con gli ambienti aristotelici da lui tanto denigrati. Trascorre qualche anno in Germania, insegnando a Wittenberg e a Francoforte, per approdare infine nella “tollerante” Venezia. Qui, Giordano è convinto di essere al sicuro, invitato dal nobile Giovanni Mocenigo, desideroso di farsi istruire dal filosofo nell’arte della memoria. Tuttavia, le idee coraggiose e “blasfeme” dell’ex-frate spaventano il nobile, che decide di denunciarlo e consegnarlo nelle mani dell’Inquisizione. Giordano Bruno ha rappresentato, nei secoli successivi alla sua morte, il simbolo del libero pensiero e dell’intellettuale sciolto dai vincoli dell’autorità. “Tremate più voi nel pronunciare questa sentenza che io nell’ascoltarla”: così, in aperta sfida, si esprimeva Bruno al momento del processo e della condanna a morte. E, soprattutto nel contesto risorgimentale italiano, il “mito” di Giordano Bruno ha rappresentato il culmine del braccio di ferro tra lo Stato e la Chiesa di Roma, per nulla disposta a riconoscere il neonato Regno d’Italia. Esemplare a tal proposito fu l’iter per la costruzione della famosa statua, ancora presente in piazza Campo dei Fiori a Roma. Contro il volere del Papa e col sostegno di personalità di rilievo come Victor Hugo, Giovanni Bovio e Michail Bakunin, dopo scontri e manifestazioni violente, la statua fu finalmente inaugurata nel giugno 1889. Come si sa G. Bruno dopo 7 anni di carcere e costanti rifiuti di abiurare, Giordano viene condannato al rogo e arso vivo il 17 febbraio 1600, davanti ad una folla plaudente e in occasione dell’anno giubilare, in piazza Campo dei Fiori a Roma La sua filosofia immanentista , che pensava Dio come un unicum con la natura e L’uomo partecipe di questo stato di cose e attraverso la ragione anch’esso creatore . Una infinità di mondi, di universi tutti insieme con Dio in questo caos infinito. In questo modo finiva il ruolo della Chiesa dei Santi e delle Norme , perché di fatto il Filosofo si avvicinava alla concezione di Lutero di un rapporto diretto con Dio e quindi veniva meno il ruolo di questa chiesa e anche dei suoi Santi. Insomma una posizione assai difficile da digerire per la chiesa che fino all’ultimo però sperò di convincere G. Bruno ad abiurare , anche coi metodi della tortura , ma non ebbe risultati. Peraltro G. Bruno non fu mai uno scienziato bensì, un intellettuale che non disdegnava il ricorso alla magia, per far tornare le proprie convinzioni naturalistiche, accompagnate alla immanenza divina . Insomma intendeva riscrivere e rimuovere tutti i concetti essenziali della chiesa. La storia ce lo consegna come uomo sempre in conflitto con se stesso e gli altri. Alla ricerca di verità che lo convincessero, che alla fine lo portarono dritto al rogo. Di certo un uomo dal libero pensiero che pagò con la morte questa suo modo di intendere la Storia del suo tempo ed anche dei tempi futuri.