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  L’STRUZIONE NELLA ANTICA ROMA

PILLOLE

martedì 18 gennaio 2022

Pillole sulla istruzione antica. I ROMANI, L’EDUCAZIONE E L’ISTRUZIONE DEI LORO GIOVANI

A SCUOLA NELL’ANTICA ROMA inizialmente l’educazione dei bambini era affidata ai genitori: la madre li educava ai buoni sentimenti ed il padre si occupava dello sviluppo fisico e gli insegnava la lettura, la scrittura e le leggi dello stato. In seguito le famiglie nobili iniziarono ad affidare i propri figli a un pedagogo, uno schiavo istruito che accompagnava il bambino durante tutta la giornata. A 6 anni i bambini iniziavano la scuola del ludi Magister. La scuola iniziava alla fine del mese di marzo e durava 8 mesi. Ogni giorno gli alunni dovevano seguire 6 ore di lezione, con una breve pausa per il pranzo. Qui gli alunni imparavano a leggere, scrivere e a fare calcoli, utilizzando il trittico, tavolette di cera unite tra loro che costituivano il libro. Gli alunni indisciplinati venivano puniti con la verga o con la frusta di cuoio. A 12 anni i maschi passavano al secondo livello di istruzione con il grammatico. L’insegnante arrivava da Grecia, Asia o Egitto, insegnava lingua , letteratura greca e latina, storia, geografia, fisica e astronomia. Le femmine invece dovevano imparare a svolgere i lavori domestici. I giovani delle famiglie ricche erano invece seguiti da maestri privati. A 17 anni iniziava il terzo livello di istruzione, destinato a chi doveva intraprendere la carriera politica e giuridica. Quest’altra fase durava 2 anni e le lezioni erano tenute da retori. Gli studenti che volevano continuare gli studi dovevano recarsi ad Atene, Pergamo, Rodi o Alessandria dove incontravano maestri di filosofia, geografia, astronomia. Se partiamo dalla primissima infanzia per esempio alla nascita, più precisamente nove giorni dopo la nascita, il neonato riceveva dal padre il nome e un piccolo amuleto d’oro, di bronzo o di cuoio che prendeva il nome di Bulla. La Bulla serviva a preservare il bambino del malocchio e dalle avversità e veniva conservata dallo stesso fino al raggiungimento della terza età. Se la famiglia ne aveva la possibilità economica ,l’educazione veniva affidata ad una schiava che nelle famiglie più ricche era esclusivamente greca per fare apprendere al ragazzo il greco, scritto e parlato, al pari del latino. Tra i passatempi del giovani, a quei tempi, troviamo la trottola, il cavallo di legno, i trampoli e la mosca cieca. Normalmente, per tradizione, era il padre ad insegnare al proprio figlio a leggere, scrivere e cavalcare. I ricchi, solitamente, affidavano ad un liberto o ad uno schiavo colto comprato questo compito di precettore. In alternativa, quando non ci si poteva permettere l’istruzione in casa, all’età di sette anni , il ragazzo veniva mandato a scuola. La scuola a Roma non esisteva come edificio propriamente preposto all’uso scolastico. Era necessario, come requisito, trovare degli alunni paganti per poter aprire una scuola e chiunque poteva aprirne una. Il ragazzo usciva di casa illuminando la strada con una lanterna. Le lezioni iniziavano molto presto, dovevano uscire quando era ancora buio. Il ragazzo ricco era solitamente accompagnato da uno schiavo che portava per lui i libri e il necessario per la lezione. Il ragazzo povero, al contrario, doveva portare lui stesso le tavolette incerate, il cibo per la colazione e il necessario. Mantenere la disciplina era uno dei problemi principali per il maestro, anche perché, specialmente nei casi di lezioni all’aperto, era difficile separare le lezioni dai rumori della città. L’insegnante era spesso un liberto che aveva imparato a leggere e scrivere quando ancora era schiavo; ma poteva anche essere un ex lottatore oppure un mimo, non rispettato minimamente dai figli dei liberi cittadini. Le lezioni duravano sei ore, con una pausa per la colazione a mezzogiorno. Durante la repubblica l’anno scolastico contava più di un centinaio di giorni festivi durante i quali la scuola era chiusa, senza tener conto naturalmente dalle vacanze estive. In una scuola tradizionale avremmo trovato l’insegnante seduto sulla sedia, davanti agli alunni che sedevano su delle panche e scrivevano sulle tavolette incerate , poggiate sulle ginocchia , con lo stylum, (una bacchetta di ferro appuntita). Per l’alfabeto utilizzavano, i caratteri delle lettere praticamente uguali a quelli utilizzati da noi oggi. L’EDUCAZIONE NELL’ANTICA ROMA :Già nell’ antica Roma erano delineati gli iter dell’educazione e della formazione per accompagnare i fanciulli nella crescita e per prepararli ad entrare nel mondo come uomini liberi , con istruzione. LA FORMAZIONE UNIVERSITARIA Invece avvenne durante l’impero, con gli Imperatori che favorivano l’istruzione superiore aprendo scuole e distribuendo borse di studio ai più poveri ,era possibile continuare la propria formazione come l’attuale università. Inoltre era possibile per ampliare le proprie conoscenze recarsi all’ estero in città come Atene , Alessandria o Rodi ,tra le più importanti. Qui si concludeva il ciclo formativo degli uomini ,adesso pronti ,che dovevano portare avanti la civiltà ,il costume , il Mos Maiorum. Una educazione basata su poche ma essenziali materie che però avrebbero conservato moralmente gli uomini e renderli capaci di partecipare alla vita politica , colti e abili nel parlare e nel ragionare, ma al tempo stesso pronti a schierarsi nelle file dell’esercito in caso di chiamata alle armi. Confrontiamo col nostro tempo : OGGI Com’è la nostra educazione ? Funziona il nostro sistema educativo? Quanto ci arriva e in che modo, dai nostri antenati? Il nostro sistema scolastico/educativo è fine a stesso o ci avvia alla vita? Proseguendo col resoconto della scuola Romana, Il corso di studi completo, che pochi potevano permettersi di percorrere per intero comprendevano tre gradi di istruzione corrispondenti alla nostra scuola primaria, media e superiore. Ludus litteranus, che più o meno corrispondono alla nostra scuola primaria e ai primi due anni della scuola media: bambini dai 7 ai 12 anni apprendevano i rudimenti del sapere sotto la guida del letterator . La scuola del Grammaticus corrisponde alla scuola media e ai primi anni della scuola superiore (dai 12 ai 15/16 anni) venivano analizzati i più famosi testi poetici Greci e latini che venivano imparati a memoria .La scuola del retore, corrisponde agli ultimi anni del nostri licei e ai primi anni dell’università, con la finalità di formare un perfetto oratore. I Romani ricchi mandavano i figli a perfezionarsi ad Atene o in alcune città greche nell’ asia minore. Insomma una scuola , quella di Roma, assai articolata con una buona organizzazione se si considera l’epoca nella quale veniva prodotto tutto questo.